lunedì 15 giugno 2009

ROMPETE L'ISOLAMENTO

Massimiliano Età: 40 Io purtroppo sono stato vittima di bullismo quando facevola terza media...
Sono passati tanti anni ormai, a quei tempi non se ne parlava,non esisteva questo termine, non c'era un allarme sociale...Eppure gli atti diviolenza avvenivano lo stesso, magari con mezzi meno sofisticati (non c'erano telefonini e internet).E' stata un'esperienza che in un certo modo mi ha segnato; ora non voglio esagerare, non ritengo di aver subito traumi irreversibili, però ogni tanto ci penso ancora e spesso mi capita, e più mi è capitato in passato, di avere difficoltà a relazionarmi con gli altri...Una certa timidezza, difficoltà di inserimento in contesti nuovi, io credo che me le porto dietro da quei tempi...Però c'è anche un'altra cosa: che seguo con interesse il fenomeno, ho letto diversi libri sull'argomento e vorrei, in qualche maniera, contribuire per estirpare questa piaga, ora che finalmente se ne parla...Forse proprio perché è successo a me...
C'erano tre-quattro ragazzi che mi avevano preso di mira: io ero il piccoletto della classe (sono cresciuto verso i 15-16 anni), a 13-14 ero molto piccolo di statura e inoltre ero (e sono ancora) scuro di carnagione; sembravo un piccolo magrebino e questo bastava a farmi diventare bersaglio di soprusi e violenze... A parte le prese in giro e gli insulti, ma praticamente ogni giorno questitre-quattro bulli (chiamaiamoli così) mi picchiavano, mi sputavano addosso, rompevano le mie cose: penne, matite, righelli e compassi...Mi stracciavano ilibri e i quaderni, mi rubavano la merenda e certe volte anche soldi (per fortuna ne avevo pochi)...
L'anno della terza media fu un vero inferno per me. Le violenze accadevano sia in classe sia fuori, nei corridoi, nei bagni, ma anche all'esterno della scuola, nelle immediate vicinanze dove mi rincorrevano, mi sputavano addosso l'acqua di cui si erano riempiti la bocca prima di uscire da scuola...Unavolta mi spinsero dentro una buca dove facevano dei lavori lungo la strada epoi si divertirono a tenermi dentro, a sputarmi e a darmi calci dall'alto...Tutta la classe e anche ragazzi di altre classi sapevano e vedevano, ma nessuno mi aiutava. Alcuni anzi assistevano divertiti, altri, la maggior parte, erano indifferenti. Solo alcune ragazzine si dimostrarono preoccupate e mi dissero che dovevo denunciare tutto ai professori...Ma il fatto è che io provavo vergogna e tendevo io stesso a rimuovere la cosa, a minimizzare tutto... Soprattutto avevo il terrore che venissero a saperlo imiei genitori: mi vergognavo troppo.E alcuni professori vedevano, perché non di rado le violenze accadevano sotto iloro occhi: ma sottovalutavno la cosa, gridavano un po' e tutto finiva lì,pensavano che si trattasse delle solite "ragazzate"...La professoressa di Educazione musicale, ad esempio, era incapace di governarela classe e durante la sua ora succedeva di tutto. Per me l'ora di Musica era un incubo.Venivano i tre bulli, qualche volta quattro (erano due bulletti più due che facevano un po' da spalla) e mi rompevano le cose, mi rovesciavano il banco, mi picchiavano, oppure mi trascinavano dentro l'armadio dell'aula o mi toglievano le scarpe e mi costringevano a stre scalzo per tutta l'ora, mentre loro si lanciavano le mie scarpe da una parte all'altra dell'aula...Forse ancora peggio erano le ore di ginnastica. Negli spogliatoi mi picchiavano di più, mi mettevano la testa sotto il rubinetto e una volta mi spinsero sotto la doccia vestito.
Io proprio non riuscivo a reagire. Mi sentivo troppo piccolo, ma anche incapace, stupido... Cercavo solo di non piangere; infatti pochissime volte mi sono messo a piangere.
A casa, incredibile, non si accorgevano di nulla (io ero molto bravo a nascondere tutto), però il fatto è che l'anno della terza andavo male con le materie, non riuscivo a concentrarmi, mentre i primi due anni andavo molto bene... Nessuno riusciva a spiegarsi questo mio calo nel profitto e i miei genitori non approfondirono mai la cosa; mi sgridavano ogni tanto perché dicevano che non avevo più voglia di studiare...Insomma, ho tenuto duro un anno. E' passato così.
Poi alle superiori sonocresciuto fisicamente e non ho più avuto problemi.
Vorrei dire ai ragazzini o ragazzine che si trovano in queste brutte situazioni, di avere coraggio. Non dovete pensare di essere soli, cercate qualcuno, possibilmente adulto, che possa ascoltarvi e aiutarvi. Non vi dovete vergognare, perché voi non meritate di essere maltrattati! Rompete l'isolamento, il muro di cui vi sentite circondati, e vedrete che il problema, che sembrava insormontabile, si risolverà!

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