domenica 9 novembre 2008

E' UNA FORMA DI BULLISMO ?

anonima Età: 18 Vi racconto un triste episodio avvenuto il 7 novembre del2008. una mia amica(che chiamerò S), compagna di classe, per la seconda volta mi viene incontro piangendo. Dopo avermi trascinata nel bagno mi dice in lacrime: <>. Si sta riferendo a tre persone, due ragazzi e una ragazza(che convenzionalmente chiamerò G,M e E), della nostra classe che hanno iniziano in primo liceo con il prenderla semplicemente in giro. Questi scherzi si sono intensificati nel secondo anno e nel terzo, cominciavano a diventare pesanti nel quarto, fino ad arrivare ad essere battute veramente pesanti durante il quinto. Questi bravi ragazzi hanno iniziano con farle pesare i suoi difetti fisici, fino ad arrivare ad insultarla in senso vero e proprio. Non vorrei rischiare di sembrare volgare ripetendo le loro battutine scurrili, e assolutamente indecorose, perche non voglio nemmeno sporcarmi con il loro linguaggio. Tuttavia mi sono fiondata in classe per parlare con i diretti interessati. La mia intenzione era discutere, parlare in modo civile che chiarire la situazione, come mio solito. Tuttavia loro non essendo eventualmente in grado di esprimersi parlando in modo regolare, hanno iniziato ad insultare anche me, urlando. Anche io ho risposto agli insulti alzando il tono di voce, ma poi mi sono ridimensionata perché si stava trasformando in qualcosa di inutile e faticoso.
Io (B)- scusami G ma mi sai dire perche S avrebbe dovuto inventare tutto cio?con quale scopo??G- tu stai zitta che non sei altro che una mentalmente instabile!! S èsemplicemente pazza!!!! Voi siete tutti pazzi!! Non capite veramente un cazzo!!Vi siete fumate il cervello!! Ecc…Dopo ben due ore di discussione (mancava la professoressa) non giungiamo ancoraa niente.
G- io esigo delle scuse, voi mi avete mancato di rispetto. Voi non siete un cazzo. Io invece sono una persone assolutamente sispettabile, morale ecorretta.
Il mio ragazzo- G scusa, non abbiamo dubbi che tu sia un ragazzo di tuttorispetto, pero è anche vero che a volte hai esagerato. Anche se scherzate travoi senza offendervi, dovete accettare il fatto che ad altre persone possonodare fastidio le vostre battute.
G- non ho bisogno di chiarirmi. Voi mi avete accusato di ipocrisia e didiscriminare le persone!Il mio ragazzo- ma è vero anche che tu non le hai mai detto queste cose infaccia l’hai insultata solo per ridere! Non è corretto…comunque non vogliolitigare…se fossi in te mi scuserei, scusa sii superiore, scusati e finitelaqua, basta che non la prendi piu in giro…nessuno ti sta accusando.
G- io rimango della mia idea perche so che è giusta. Anzi voi mi dovete tuttidelle scuse. Se non volete scusarvi allora sappiate che reagirò di conseguenza.Le mie azioni saranno molto gravi.
La sera chattando su msn:
g scrive:spero che sia l'ultima
g scrive:scena
B scrive:basta non me va proprio de litiga
g scrive:nemmeno a me....
g scrive:comunque stavolta non so davvero come fare cn la situazione
g scrive:cioè sono rimasto malissimo davverob scrive:come ti ha detto stattina
g scrive:ma un pò per tutto, me so state dette cose che non mi piacciono
b scrive:vabbe capitano ste cose b scrive:sai qnte volte capiterà di discutere non saremo mica i primi
g scrive:dall'ipocrita al razzista al discriminatorio
g scrive:troppe cose che non vannob scrive:sai che non intendeva dire questo
g scrive:no...
g scrive:anche s***
b scrive:voleva dire che non puoi discriminarla cosi
g scrive:b** io non voglio parlar male d nessuno...anche perchè so che parlare con te significa parlare con lei…non puoi dire un'accusa simile
g scrive:senza motivo
g scrive:e dire che vuole cambiare classe
g scrive:che l'ho uccisa moralmente
b scrive:sei tu che ti senti accusato, vediamo perche fa cosi allora
g scrive:forse tu non hai capito bene...
b scrive:magari mi ascolta
g scrive:qui sono io che ho brutte intenzioni
b scrive:e che vuoi fare
g scrive:niente...appunto, nienteg scrive:NIENTE che ti interessi
b scrive:vabbe alla fine che puoi fare
g scrive:non lo so...pretendo delle scuse, e non so se bastano dovrà fare qualcosa di +
b scrive:e se non ha intenzione di scusarsi
g scrive:tanto non penso che bastino le parole...
b scrive:e si e che dovrebbe fare esistono solo le parole e il tempo…nella civilta
g scrive:tu b°°° forse non mi conosci...non doveva dire certe ERESIE
b scrive:non sono eresie
g scrive:e cmq un'altra cosa che ho visto (anche da parte tua all'inizio)
b scrive:che
g scrive:un accanimento contro d me
b scrive:accanimento è troppo …non mi dovevi dire "mentalmente instabile"
g scrive:mentalmente instabile....non significa CEREBROLESO.....come ha detto quel cretino del tuo ragazzo con poca logica....significa un pazzo che inventa cazzate all'improvviso..e a me in quel momento sei sembrata tale
b scrive:si vabbe pero te lo potevi anche risparmiare…non puoi rivolgerti cosi alle persone
b scrive:vabbe dai mi dispiace e basta x S°°° perche la vedevo piangere
b scrive:apposta ho pensato che fosse grave
g scrive:nono...secondo me ha qulche problema per conto suo
g scrive:e che mi sento dire IPOcRITA
b scrive: be dire le cose dietro non è certo leale
g scrive:comunque NON VOGLIO LITIGARE NE CHIARIRMI, SONO STATO GIà MOLTO CHIARO Sulle mie intenzioniè....
.e si disconnette all’ improvviso,o probabilmente si è messo semplicemente invisibile. Naturalmente la mattina G ha scritto un biglietto dove c’era unaminaccia molto esplicita:<<>>. Vi giuro che questo testo è assolutamenteobiettivo, non mi sto inventando niente. Sono solo una ragazza stufa di questiatteggiamenti. Ho sempre ritenuto che le parole fossero l’unico mezzo perrisolvere ogni forma di problema, in realtà mi sbagliavo. Con persone delgenere non si riesce a trovare un punto d’incontro. E vi dico non è la primavolta: lo stesso meschino atteggiamento lo hanno avuto con me e con un’ altraragazza(V)durante il terzo liceo. Addirittura V è stata messa alla berlina inmodo così pressante che la madre si è dovuta rivolgere ai docenti. Io horivelato qualcosa all’ex- preside ma che poteva pensare? <>. Niente! Non è servito niente!Hanno cercato di rovinare la storia con il mio ragazzo, ci dicevano che<> insieme, <>. Ce ne hanno fatte e dette ditutti i colori. La ragazza d questo gruppo ha detto di me cose assurde pur diisolarmi e rubarmi delle amicizie. Ma sapete che non sono piu stata in grado dicrarmi delle amicizie regolarmente? O di avere rapporti regolari con il mioragazzo? Per timore che sapessero le falsità che si dicevano in giro. Questi treragazzi non la devono passare liscia. Hanno la lingua troppo lunga, e troppofacile a sputare insulti. Vorrei sapere se questo comportamento puo essere definito come una forma di bullismo. Se fosse tale vorrei andare avanti e raccogliere informazioni a riguardo.

domenica 2 novembre 2008

LA NOSTRA VITA E' CAMBIATA

alex Età: 14 Io e il mio compagno di scuola siamo stati aggrediti sotto il mio portone d casa da una decina di ragazzi di età compesa tra i 15 18anni...Senza alcun motivo,apparente, improvvisamente, la scusa è stata- che avete da guardare??-Sono partiti improvvisamente calci e pugni...è stato un attimo...10 contro due...io sn stata risparmiata ma il mio ragazzo è stato pestato a dovere! La polizia ha detto che nn poteva farci nulla!!! Che nn ha mezzi per intervenire...Adesso noi viviamo nella paura...l'incubo che possa ripetersi...i ns genitori nn ci lasciano soli un attimo...la ns vita è cambiata...nn so quando ritornerà normale!!! Alessandra da Trapani

A SCUOLA LI DEVO EVITARE TUTTI

daniele Età: 11 ..io non sono come gli altri pensano di me..ogni mattina mentre vado a scuola li devo evitare..e tutti.. e dico tutti, pensano il contrario di quello che sono, credendo quello che a me da piu' fastidio..e rinfacciandomelo in tutti i modi possibili.. dicendomi che non sono del sesso che realmente sono.. io so perchè lo fanno, a loro piace farmi arrabbiare.. ma anche se faccio finta di non ascoltarli..è inutile per me e per chi cerca di difendermi..
p.s: ho provato a parlarne ai miei insegnanti.. ma purtroppo piu' di difendermi 2 o 3 volte.. dopo divento un peso!

SOFFRO ANCORA PER IL BULLISMO CHE HO SUBITO

cara dott. Rosaria cipollina mi chiamo Vincenzo o 17'anni e vorrei raccontarle la mia storia di bullismo che inizio dalla 4 elementare in poi ero lo zimpello di tutta la classe ero considerato il più stupido di tutti, e esattamente il 2giorno di scuola tutti iniziarono a prendermi in giro parole del tipo sei unc*******! ecc..... poi arrivarono i cazzotti mi chiudevano in bagno e me le davano, e con tutto cio cara dottoressa Rosaria, non solo avevo i compagni contro, ma anche la maggior parte dei maestri contro, che quando gli raccontavo quello che mi facevano non mi credevano, ma lei si rende conto??? mah???. Poi in 1 media i guai non finivano mai c'era un bullo che se la spassava a prendermi a schiaffoni, sempre notando il mio carattere timido e chiuso è adirmi sempre quella parola pesante c*******! una parola che mi a dato semprefastidio devo dire. E cosi finalemnte raccontanto una volta per tutte tutto a mia madre mi fece cambiare scuola e me ne porto in un'altra che poi non cambionulla, un bullo gia dopo un paio di settimane notando sempre la mia persona chiusa inizio a prendermi a sberle cosi come poi fece il rsto della classe, sempre punto e da capo pugni calci legnate pestacci finito la scuola ecc......E qua inizio la mia situazione più grave cara dottoressa rosaria (negli anni in cui tanto maledico), che io dopo avere subbito tutti questi casi di bullismo iniziai a diventare timidissimo, a fare fatica a relazionare con le persone e subendo sempre di più casi di bullismo e i professori che facevano niente, se ne stavano li a guardare come se niente fosse, anzi alcuni ridevano(incredibile). Siamo alla prima superiore e qua bullismo allo stato puro (come si dice su m2o musica allo stato puro ahhahaaa..) ma qua e bullismo allo stato puro pugni allo stomaco lesioni insomma una vita di schifo cara dottoressa. Miamadre mi cambio scuola, è me ne porto in una privata e li finalmente le cose si aggiustarono un po. Ma quello che le voglio dire dottoressa e che ancora ne soffro, cioè, sono diventato un tipo molto nervoso, tralaltro sono sempre solo non ho amici perchè nessuno mi vuole anzi nessuno mi a mai voluto, con tutto che io sono gentile è socievoli con tutti, ma tutti mi prendono in giro, e sopratutto i miei amici non mi chiamano mai all cell.... Che o fatto male per meritarmi tutto questo.... A volte penso anche al suicidio...

giovedì 23 ottobre 2008

IL DESIDERIO DI VENDICARMI

amber Età: 24 Sono bastati pochi giorni per rendere tre anni ed anche il resto degli "anni più belli" un vero inferno. Chiunque soffre per qualche idiota che lo perseguita, che scappi o che lo distrugga subito verbalmente o fisicamente, ma non portatevi dentro nulla, sono rancori che avveleneranno voi stessi per il resto della vita. Pensavo di essere un mostro, fisicamente, col tempo sono diventata una bella ragazza, qualcosa di più anche, però è rimasta la rabbia, l'odio per quelle persone che hanno distrutto il mio entusiasmo, la mia fragilità, la mia autostima. Forse il mio corpo si è ripreso ed è sbocciato, ma la mia anima è stata irrimediabilmente compromessa. Per questo non permettete a nessuno di prevaricarvi in alcun modo. Grazie alla scuola, quella scuola, ho perso quello che c'era di speciale inme, ancora oggi stento a capire chi sono, quanto valgo e cosa farò mai di buono. Incontro quegli idioti saltuariamente, e, nonostante sia ormai grande, la voglia di vederli vittime di violenze, prepotenze e derisioni non mi passerà mai, ho sempre il desiderio di vendicare me stessa, ora che ne ho lapossibilità.

CHE HO FATTO DI MALE PER ESSERE VITTIMA ?

cara dott. Rosalia Cipollina mi chiamo Antonio ho 17 anni e vorrei raccontarle la mia storia di bullismo che inizio dalla 4 elementare in poi ero lo zimpello di tutta la classe ero considerato il più stupido di tutti, e esattamente il 2 giorno di scuola tutti iniziarono a prendermi in giro parole del tipo sei un c*******! ecc..... poi arrivarono i cazzotti mi chiudevano in bagno e me le davano, e con tutto cio cara dottoressa Rosalia, non solo avevo i compagni contro, ma anche la maggior parte dei maestri contro, che quando gli raccontavo quello che mi facevano non mi credevano, ma lei si rende conto??? mah???. Poi in 1 media i guai non finivano mai c'era un bullo che se la spassava a prendermi a schiaffoni, sempre notando il mio carattere timido e chiuso è a dirmi sempre quella parola pesante c*******! una parola che mi a dato sempre fastidio devo dire. E cosi finalemnte raccontanto una volta per tutte tutto a mia madre mi fece cambiare scuola e me ne porto in un'altra che poi non cambio nulla, un bullo gia dopo un paio di settimane notando sempre la mia persona chiusa inizio a prendermi a sberle cosi come poi fece il resto della classe, sempre punto e da capo pugni calci legnate pestacci finito la scuola ecc...... E qua inizio la mia situazione più grave cara dottoressa rosalia (negli anni in cui tanto maledico), che io dopo avere subbito tutti questi casi di bullismo iniziai a diventare timidissimo, a fare fatica a relazionare con le persone e subbendo sempre di più casi di bullismo e i professori che facevano niente, se ne stavano li a guardare come se niente fosse, anzi alcuni ridevano(incredibile). Siamo alla prima superiore e qua bullismo allo stato puro (come si dice su m2o musica allo stato puro ahhahaaa..) ma qua e bullismo allo stato puro pugni allo stomaco lesioni insomma una vita di schifo cara dottoressa. Mia madre mi cambio scuola, è me ne porto in una privata e li finalmente le cose si aggiustarono un po. Ma quello che le voglio dire dottoressa e che ancora ne soffro, cioè, sono diventato un tipo molto nervoso, tralaltro sono sempre solo non ho amici perchè nessuno mi vuole anzi nessuno mi a mai voluto, con tuttoche io sono gentile è socievoli con tutti, ma tutti mi prendono in giro, esopratutto i miei amici non mi chiamano mai all cell.... Che o fatto male per meritarmi tutto questo mi doca lei....Avvolte penso anche al suicidio...

martedì 30 settembre 2008

NON DIMENTICHERO' MAI

Dany Età: 21 Quando avevo 14 anni ho passato l'inferno: a scuola in primo superiore. Ricordo perfettamente tutte le umiliazioni che ho subito da parte delle mie compagne di classe, è stato davvero orribile. Quando mettevo piede in classe avevo PAURA. Non volevo andare più a scuola, perchè non avevo amiche e tutti in classe mi prendevano in giro, rovinavano i miei oggetti personali, mi facevano "scherzi" così pesanti che una volta fui costretta a denunciarli (cosa che li costò solo una ramanzina dal vicepreside). Ridevano continuamente di me e di quello che facevo. Ero derisa anche quando venivo interrogata dai professori, che non facevano nulla per farli smettere.. anzi, loro attribuivano tutto al mio carattere troppo "chiuso". Fortunatamente cambiai classe. Ma non dimenticherò mai.

lunedì 22 settembre 2008

NON PUO' PIOVERE PER SEMPRE

serena Età: 23 Ho 23 anni. Sono stata vittima del bullismo quando frequentavo le scuole medie. Adesso credo di aver superato tutto ma di quelperiodo conservo un triste ricordo. Gli anni della spensieratezza purtroppo ioli ho vissuti nella tristezza totale, nell'insicurezza, nell'angoscia. E proprio quegli anni hanno poi condizionato a lungo quelli successivi. Fino a qualche anno prima che io iniziassi le medie non avevo alcun problema coi miei coetanei. Andavo bene a scuola, mi rispettavano. Tutte le mie difficoltà ho iniziato ad averle quando, con la pubertà, ho iniziato ad avere i brufoletti, quando ho messo l'apparecchietto ai denti. Ero molto semplice, non mi truccavo (come invece vedo fare adesso da alcune bambine delle medie) i capelli legati, non tenevo alla mia immagine, ad apparire, perchè... insomma...ero solo una bambina e io mi sentivo tale. Però purtroppo, tutte queste caratteristiche, brufoli, apparecchietto... mi rendevano brutta e quello fu il pretesto che un ragazzino iniziò ad usare per prendermi in giro. Inizialmente, anche se ci rimanevo male, non davo eccessivamente peso. Cercavo di non prendermela. Facevo finta di stare al gioco. Ma poi quel ragazzino iniziò ad essere imitato da un secondo ragazzino, poi da un terzo... e così via.. finchè dopo poco tempo tutta la classe non iniziò ad insultarmi con nomignoli. Quello che più preferivano era scrofa ma ce n'erano anche di altri. Passavo tutta la giornata, per tutti i giorni dell'anno scolastico ad essere presa in giro in questo modo. Mi facevano le canzoncine utilizzando questo aggettivo, scritte alla lavagna, durante la lezione mi lanciavano palline di carta e io di fronte a tutto ciò mi sentivo impotente. Non riuscivo a difendermi. Non ero in grado di farlo. Erano troppe le persone da cui dovevo difendermi. Ho passato 3 annidella mia vita di inferno. Tre anni della mia vita in cui io non ho vissuto affatto. Tre anni in cui io ero sempre triste. Da quando mi alzavo fino aquando non andavo a letto la sera. La mattina mi alzavo già di cattivo umore perchè sapevo cosa mi aspettava... 5 ore di derisione! All'uscita da scuola ero triste per quello che avevo subito. A casa non dicevo niente. Non ne ho mai parlato perchè mi vergognavo a raccontare quello che passavo. E aspettavo la sera, quando tutti erano andati a letto, per piangere da sola e dare sfogo alla mia rabbia. Il giorno dopo si ripeteva la stessa routine. E così per tre anni. A casa mi vedevano sempre cupa, triste, nervosa... mai un sorriso. Mi alzavo da letto che non dicevo neanche buongiorno, ero sempre di cattivo umore. I miei mi rimproverano per il brutto carattere che avevo ma non capivano che alla base c'era una situazione di disagio. Per cui se a scuola ero triste per tutto ciò che subivo, a casa ero altrettanto triste perchè dovevo sentire tutte le critiche da parte della mia famiglia sul mio carattere. Avevo paura di uscire da casa con i miei genitori perchè temevo di poter incontrare i miei coetanei e quindi temevo che mi potessero prendere in giro anche davanti a loro. L'unica volta che mi sono messa a piangere in pubblico fu quando, durante un torneo di pallavolo, tutti i ragazzini presenti (quasi tutta la scuola) invecedi fare il tifo per me dicendo il mio nome, lo faceva coi nomignoli che avevano inventato. Quella fu l'unica volta in cui mi arresi, l'unica volta in cui mostrai a tutti la mia debolezza. Abbandonai la partita e me ne andai piangendo nello spogliatoio. Finite le medie alle superiori le cose cambiarono. Quando la sera prima di addormentarmi piangevo da sola, tra me e me ripetevo sempre una nota frase di Jim Morrison che all'epoca si scriveva sui diari e cioè: "non può piovere per sempre". Avevo un modo di pensare positivo, per cui mi dicevo che quello era solo un periodo e che prima o poi tutto sarebbe finito. E così è stato. I coetanei del mio paese non li ho mai più frequentati. Finita la fase dell'adolescenza sono diventata una bella ragazza. E adesso a distanza di 10 anni da quegli episodi ne parlo in maniera anonima per la prima volta. Fino a qualche anno fa, anche se nell'anonimato, penso che non ne avrei parlato comunque. Dare un consiglio sinceramente mi riesce difficile. Anche se dico che le vittime devono denunciare ai genitori o agli insegnanti io stessa sono consapevole di quanto sia difficile fare ciò. Io stessa dopo 10 anni ho ancora difficoltà a parlarne. Per cui mi verrebbe di rivolgermi maggiormente agli insegnanti i quali dovrebbero far sì che episodi del genere non passino in modo indifferente davanti ai loro occhi ( come è accaduto per me). Ma nello stesso tempo mi rendo conto anche che gli stessi insegnanti in realtà sono impotenti. Cosa possono fare gli insegnanti se nel momento in cui rimproverano un bambino, il giorno dopo vanno i genitori a difendere la "piccola peste"? (o forse sarebbe più opportuno dire la piccola belva?) che interesse o che gusto avrebbe un insegnante a rimproverare un bambino? Se lo fa è perchè evidentemente lo merita, avrà risposto male o avrà fatto qualcos'altro. La causa di questo fenomeno quindi potrebbero essere i genitori? genitori poco attenti o poco presenti nell'educazione dei loro figli? potrebbe essere... ma non si possono neanche accusare questi. purtroppo nella nostra società per poter "andare avanti", per poter pagare il mutuo, sia papà che mamma sono costretti a lavorare, sottraendo così tempo all'educazione dei figli. Conclusione: la causa del fenomeno risiede in tutta la società. Non basta che i pedagogisti si rivolgano ai genitori o agli insegnanti, ma è tutta la società che non va. A partire dalle decisioni politiche prese da chi ci governa che obbligano le famiglie a lavorare sempre di più per poter arrivare a fine mese. Sottraendo del tempo per i figli..e così via.Scusate se mi sono dilungata. Sono solo pensieri...

sabato 30 agosto 2008

BULLISMO ONLINE

controilbullismo Età: 17 Recentemente ho conosciuto una amica con cui giro insieme da un po di tempo. Qualche giorno fa mi si è aggiunto una persona su msn e mi ha continuato a chiedere se mi piaceva questa ragazza perche voleva tutelare un suo amico che poi era il ragazzo della mia amica io rispondevo di no ma ad un tratto ha cominciato a insultarmi e a minacciarmi di volermi picchiare violentamente perche a dire suo palpavo questa ragazza. Io tento in ogni modo di fargli cambiare idea ma lui continua a minacciarmi anche se sia la mia amica e il suo ragazzo , che è una persona per bene, provano a dirgli dismetterla...penso che lo faccia solo perche vuole picchiare qualcuno e non perche è seriamente preoccupato x il suo amico... come posso fermarlo? aiuto....

giovedì 31 luglio 2008

NON SO' COSA FARE, MI AMMAZZO

perla Età: 10 Cara dottoressa, sono piccola, ma ho tanti problemi x latesta:era da un po' che due ragazzi della mia età continuavano a prenderci in giro, con termini tipo culattona, stronza... poi, all' estate ragazzi, io mi sono ribellata e ho spintonato uno dei due ragazzi; con loro 2 c'erano anche altri ragazzi che hanno iniziato ad insultarmi : figlia di .......come ti sei permessa di trattare cosi niccolò... io ho un carattere molto impulsivo e tendo sempre a rispondere e aggredire lealtre persone , ma davanti a venti ragazzi stupidi e insensibili, ho dovuto pensarci 2 volte, ma la mia parte aggressiva ha avuto il sopravvento. ora sto malissimo e continuo a singhiozzare perchè dopo la mia sfuriata, mi sono allontanata e loro hanno continuato ad insultarmi di brutto urlando ''forza marco!'' che sarebbe il mio vicino di casa ,brutto e stupido come non so cosa e loro , soprattutto il mio ex fidanzato, niccolò , (cioè quello che ho spinto) hanno detto a tutti che io stavo con lui. ma quello il meno: dicevano che mi andavo a prostituire che ero una putt...e insulti vari. io non posso di certo parlarne con nessuno, perchè loro mi picchierebbero o si metterebbero contro di me. io ho chiesto a mia madre di non mandarmi più a quel maledetto estate ragazzi, ma lei niente !io non so più come fare mi ammazzo!

martedì 8 luglio 2008

LE FERITE DEL BULLISMO NON GUARIRANNO MAI

Età 18 La colpa dei fenomeni di bullismo è degli adulti, non del bullo o della vittima. Gli adulti etichettano la vittima come asociale, timida, con un carattere difficile, distratta e demotivata a scuola, mentre di solito il bullo si dimostra brillante, scherzoso, altruista. Ma la vittima sembra asociale e timida perchè l'isolamento e la derisione a cui è esposta la fanno chiudere in se stessa, e lo stress a cui è sottoposta la rendono irascibile e scontrosa, oltre che mediocre a scuola, mentre il bullo non è affatto altruista, usa la tattica dell'altruismo per circondarsi di "idioti sgherri"ed utilizzarli. A scuola, strano ma vero, anche gli insegnanti spesso sono incantati dal bullo, e non riconoscono le azioni del bullo che fa di tutto per danneggiare la psiche della vittima. Potrei scrivere pagine intere a questo proposito.Per fortuna ho avuto finora un rendimento scolastico eccellente ed una famiglia che mi ha sorretto, ma questo purtroppo ha solo limitato i danni dovuti alle sofferenze subite, anche per colpa dei docenti che non sono assolutamente all'altezza del compito di educatori e si schierano quasi sempre dalla parte del prepotente. Le ferite prodotte dalla mia "compagna carnefice" non guariranno mai!

mercoledì 25 giugno 2008

MI INSULTA

Marco Età: 18 Argomento: ciao sono un ragazzo normale come tutti del resto solo che da settembre ho avuto questo sgradevole incontro con il fidanzato di una mia compagna di classe. Fin là tutto ok. Un giorno però questo idiota (scusate il termine ma uno che ha la bellezza di 21 anni e ti minaccia per qualcosa che non hai fatto non so cosa altro sia) mi ferma e mi domanda "allora cosa vogliamo fare?" io abbastanza perplesso controribatto "se è della tua ragazza che stiamo parlando assolutamente niente". E da quel giorno quando esco da scuola di solito m grida dietro dicendomi "coglione" o varie cose. Oggi la pupilla finale me ne sto andando a casa in motorino e questo idiota mi si ferma davanti mentre stavo andando a 50 all'ora e vuole che scenda dal motorino per andare con lui e un'altro al parchetto (molto probabilmente per darmele). Da qui vi chiedo un aiuto cosa devo fare? chiamare i carabinieri e denunciarlo o girarli all larga? ciao

AIUTARE VITTIME E BULLI

Età: 18 Essere testimoni oggi di atti di bullismo significa rappresentare la massa io non sono qui a raccontare ciò che vedo oggi giono ma preferisco dirvi aiutate i giovani di oggi sia le vittime che i bulli perchè così non si può più vivere serenamente.Io mi ritengo fortunata e voi sicuramente vi chiedete e allora che vuole?vi rispondo subito voglio fatti pratici non voglio che si perda del tempo a scrivere mentre ci sono fuori persone che soffrono e che rischiano non solo danni fisici ma soprattutto danni psichici che lo renderanno insicuro e povero di gioia e di quel divertimento e quella libertà che dovrebbe essere alla base della sua esistenza.Grazie

BULLISMO FEMMINILE

Faith Età: 14 Argomento: nel mio quartiere ci sono delle ragazze che si divertono a minacciarmi e a prendermi in giro. Oggi hanno picchiato una mia amoica e stavano per picchiare anche me...cosa che credo succederà presto...Io non so proprio cosa devo fare...

TEMO DI DIVENTARE VITTIMA DEL BULLISMO

Età: 15 Dott.ssa, le scrivo per dirle quelli che sono i miei "disagi" e " curiosità",. Sono un ragazzo di 15 anni, abbastanza felice a scuola va tutto bene ho una bella famiglia e dei fantastici amici.... ho tutte le caratteristiche per essere felice, invece quando sono felice mi vengono le " paranoie", cioè temo di essere vittima del " bullismo", temo che qualcuno mi possa prevaricare sia fisicamente che psicologicamente... delle volte mi vengono certe idee per la testa che non stanno ne in cielo ne in terra tipo: (Quando temo una persona, penso che quella persona possa venire da me con qualche cortello o semplicemente mettermi le mani addosso, e minacciarmi), ed ecco io divento triste, senza motivo!!!Ho paura della gente che possa farmi del male sia fisico che psicologico....non so che fare. Io cmq ho due caratteri 1) esigo rispetto, e faccio il prepotente con le persone che me lo consentono e arrivo anche a fargli del male a queste persone.2) e il contrario del primo, infatti mentre nel primo sono io ad essere il soggetto che agisce, nel secondo sono io invece a subire prepotenze da quelli più forti di me..Non so se ha capito!! Sono strano??Mi aiuti!!!!Un altra cosa volevo chiederle come si può reagire al bullismo, cioè se un bullo viene vicino a me minacciandomi, io che dovrei fare?? (Non mi dica di andare dai carabinieri)

MIA CUGINA DOWN E' PRESA IN GIRO

Età: 14 Cara dott.ssa, ho un serio problema che mi sta facendo cadere in depressione...Siamo in estate e come tutti vorrei un pò di divertimento è un pò di riposo, bhe dopo la scuola speravo che questo arrivasse, invece no... Sto male..Ore le spiego...Ho una mia cugina, che purtroppo è affetta da sindrome di dawn, ma è molto autosufficiente ecc... Ecco da un periodo succede che alcuni ragazzi della mia città la prendono ingiro, la deridono e lei istigata da ciò si mette " a perdere tempo assieme a loro", cioè risponde agli insulti ecc, noi della famiglia gli abbiamo spiegato che non deve risponderli ma niente da fare... La sera scorsa sono dovuto andare a recuperarla mentre appunto litigava verbalmene con questa gente..La cosa grave è che io mi sento impotente davanti a questo, poichè sono un timido ed non so relazionarmi ne parlare con queste persone..( che sono veri delinquenti), ho provato a parlare con mia zia cioè chi la tiene in cura, e lei mi ha risposto: " che devo accompagnarla fino a casa", ecco la cosa più preoccupante è che qualora io dovessi accompagnarla a casa temo che nonostante ciò, questo, possa ripetersi ( io non mi so difendere), questa vicenda inizia a riguardare anche il campo sentimentale, cioè tra questi ragazzi a volte c'è la persona che io amo, e mi vergogno da morire quando questa persona è anche essa protagonista..!!! Spero che abbia capito, sto veramente in crsi, ma perchè non riesco a relazionarmi con gli altri?? Ogni volta che non ho problemi faccio di tutto per crearmeli, e quindi sto sempre triste!!

CYBERBULLISMO O BULLISMO ONLINE


Con il termine cyberbullismo o bullismo online si indicano quegli atti di bullismo e di molestia effettuati tramite mezzi elettronici come l'e-mail, le chat, i blog, i telefoni cellulari, i siti web o qualsiasi altra forma di comunicazione riconducibile al web che è arrivato a rappresentare circa un terzo del bullismo totale. Anche se si presenta in una forma diversa, anche quello su internet è bullismo: far circolare delle foto spiacevoli o inviare e-mail contenente materiale offensivo può far molto più male di un pugno o un calcio. In Inghilterra, più di 1 ragazzo su 4, tra gli 11 e i 19, anni è stato minacciato da un bullo via e-mail o sms. In Italia, secondo alcune ricerche sul fenomeno del bullismo in generale, oltre il 24% degli adolescenti subisce prevaricazioni, offese o prepotenze. Tutto ciò che un ragazzo fa online lascia delle tracce su di esso, tracce che possono rimanere nel suo computer o possono essere rilasciate a terzi: più tracce lasci su internet è più è facile che ti trovino.Come il bullismo nella vita reale, il cyberbullismo può a volte costituire una violazione del Codice civile e/o del Codice penale.
Confronto tra cyberbullismo e bullismo
Rispetto al bullismo tradizionale nella vita reale, l'uso dei mezzi elettronici conferisce al cyberbullismo alcune caratteristiche proprie:
• Anonimato del “bullo” : in realtà, questo anonimato è illusorio: ogni comunicazione elettronica lascia delle tracce. Però per la vittima è difficile risalire da sola al molestatore, ed ancora più diffcile potrebbe essere reperirlo.
• Indebolimento delle remore morali : la caratteristica precedente, abbinata con la possibilità di essere "un'altra persona" online (vedi i giochi di ruolo), possono indebolire le remore morali: spesso la gente fa e dice online cose che non farebbe o direbbe nella vita reale.
• Assenza di limiti spaziotemporali : mentre il bullismo tradizionale avviene di solito in luoghi e momenti specifici (ad esempio in contesto scolastico), il cyberbullismo investe la vittima ogni volta che si collega al mezzo elettronico utilizzato dal cyber bullo
Tipi di cyberbullismo
Flaming : messaggi online violenti e volgari (vedi "Flame") mirati a suscitare battaglie verbali in un forum.
"Cyber-stalking" : molestie e denigrazioni ripetute, persecutorie e minacciose mirate a incutere paura.
Molestie: spedizione ripetuta di messaggi insultanti mirati a ferire qualcuno.
Denigrazione : "sparlare" di qualcuno per danneggiare la sua reputazione, via e-mail, messaggistica instantanea, ecc.
Sostituzione di persona: farsi passare per un'altra persona per spedire messaggi o pubblicare testi reprensibili.
Rivelazioni : pubblicare informazioni private e/o imbarazzanti su un'altra persona.
Inganno : ottenere la fiducia di qualcuno con l'inganno per poi pubblicare o condividere con altri le informazioni confidate via mezzi elettronici.
Esclusione : escludere deliberatamente una persona da un gruppo online per ferirla.
Molti cyber-bulli agiscono in maniera aggressiva e violenta perché desiderano avere visibilità e fanno di tutto perchè il loro atto venga conosciuto e reso pubblico. La maggior parte dei bulli della Rete infatti, agisce da bullo proprio per attrarre su di sè le attenzioni dei mezzi di informazioni, per ricevere cioè dal mondo esterno tutte quelle attenzioni che non ricevono quotidianamente all'interno della loro famiglia o all'interno del loro gruppo di amici. Più il comportamento violento del bullo viene conosciuto, e più che il bullo ottiene ciò che desidera. Il cyber-bullo agisce non tanto per esercitare una violenza su qualcuno, bensì per attrarre su di sé tutte le attenzioni possibili: con la metodologia del file-sharing oggigiorno è sempre più facile che un video o una notizia venga a conoscenza di tutto il popolo della Rete. Lo sviluppo di siti per la condivisione di file, come quelli video (vedi You Tube), ha infatti dato un contributo notevole a rinforzare il fenomeno del cyber-bullying. Evitare che tali siti diffondino i video di bullismo sarebbe certamente un passo importante per contrastare il fenomeno.
Fra i vari tipi di cyberbullismo il più diffuso è il flaming Il nome flaming esprime uno stato di aggressività durante l'interazione con altri utenti del web . La Rete dà infatti la possibilità di inserirsi in nuove situazioni ed ambienti, in cui ogni utente tende a ritagliare un proprio spazio. Con il passare del tempo, l'attaccamento dell'utente al proprio spazio diviene sempre maggiore; spesso si cerca di intensificare la propria presenza nell'ambiente, postando più messaggi (in un forum) o chattando per ore. Ne consegue che per alcuni individui il fatto stesso di trovarsi in quel luogo diventa un vero e proprio bisogno. Quando un altro utente o una situazione particolare mette in discussione lo status acquisito dall'utente, questo si sente minacciato personalmente. La reazione è aggressiva, e a seconda dei casi l'utente decide di abbandonare lo spazio definitivamente (qualora abbia uno spazio alternativo dove poter andare), oppure attua il flaming (qualora ritenga necessario rimanere nel "suo territorio" dove si è faticosamente creato uno status). Ancora più grave ed insidioso per il forum è quando il flame è uno o più degli stessi moderatori, specialmente anziani, che arrivano a ritenere quello spazio come di loro proprietà. La loro azione diviene dura, chiusa ed ostile; tendono a rendere difficoltoso l'esprimersi e l'inserirsi di figure preparate o semplicemente potenzialmente coinvolgenti gli utenti. Tendono ad esasperare conflittualmente i rapporti interni tra moderatore ed l'Admin al punto di mettere in discussione il Forum stesso inducendo o provocando fratture e lacerazioni. Quando non isolati o allontanati in tempo possono portare all'implosione del Forum
Per prevenire il fenomeno si deve educare gli adolescenti e tutti quei giovani che navigano su Internet a riflettere che, prima o poi, una persona a cui si tiene molto, verrà a conoscenza del comportamento deviante messo in atto. E' necessario, per esempio, che colui che entra in una chat, o colui che filma le violenze effettuate nel mondo della vita reale con un videofonino (per poi trasmetterlo ad altri o pubblicarlo sul web), sia consapevole che non è assolutamente protetto dall'anonimato, e che le “tracce” del suo comportamento non potranno essere cancellate. Deve essere consapevole che può essere (anche se non facilmente) rintracciato. E' quindi essenziale che la figura dei genitori, nel loro ruolo sia affettivo, sia educativo, sia sempre presente nella testa di colui che stà per comportarsi in maniera antinormativa. Il cyber-bullo non è altro che un soggetto che indossa una sorta di maschera virtuale, e che sfrutta questa nuova situazione per compiere dei comportamenti disinibiti e aggressivi. E' importante sottolineare che non solo il bullo ha l'impressione di essere invisibile, ma anche che è la stessa vittima ad apparire tale: entrambi, infatti, assumono identità virtuali e nicknames. Se da una parte perciò il bullo si crede invisibile e quindi non accusabile e non scopribile, dall'altra parte la vittima appare al bullo non come una persona vera e propria, bensì come un'entità semi-anonima e non dotata di emozioni o sentimenti. Mancano cioè, nel rapporto tra cyber-bullo e cyber-victim, tutta quella serie di feedback che fanno capire al bullo che la vittima stà soffrendo. A tal riguardo gli studi di psicologia sociale hanno stabilito che la "distanza sociale" possa essere la causa di atti violenti e orribili. "Distanza sociale" che negli scambi comunicativi eseguiti tramite computer viene amplificata. Infatti vengono a mancare il linguaggio del corpo, il suono della voce, e tutti gli altri aspetti della comunicazione che sono presenti nel mondo reale e conseguentemente il bullo non riesce a capire che il dolore, la frustrazione, l'umiliazione, generata nei confronti della vittima, sono tutti dei sentimenti reali.
Uno dei casi più famosi di cyberbullismo è quello di Megan Taylor Meier vittima statunitense del fenomeno morta suicida nel 2006 all'età di 14 anni.Secondo le informazioni date alla stampa dalla mamma e dai suoi conoscenti, Megan Meier aveva come hobby il nuoto e la musica rap ed amava i cani ed i ragazzi educati. Tuttavia non ebbe un'infanzia facile: alta circa 167 centimetri, pesava 95 kg e questo la obbligava ad una serie di diete ferree che la resero triste e taciturna. Le venne diagnosticata anche la Sindrome da deficit di attenzione e iperattività ed una sindrome depressiva abbastanza acuta. Megan aprì un account su MySpace e nel sito ricevette un messaggio da "Josh Evans": Josh asseriva di essere un ragazzo 16enne, carino e simpatico, irresistibilmente attratto da lei. Egli inoltre affermava di vivere in un paese chiamato O'Fallon, di essere uno studente e di non possedere un numero telefonico personale.Il 16 ottobre del 2006 Josh cambiò tono nei confronti di Megan e scrisse frasi ingiuriose del tipo "Tutti sanno chi sei. Sei una persona cattiva e tutti ti odiano. Che il resto della tua vita sia schifosa"; "Megan è una prostituta"; "Megan è grassa" e soprattutto "Il mondo sarebbe un posto migliore senza di te". Disperata da questo cambio repentino di umore, la ragazza si tolse la vita impiccandosi in camere sua.Recentemente si è scoperto che Josh Evans non esiste: ad inventarsi questo personaggio erano stati due vicini di casa ed in particolare una signora di nome Lori Drew: a scoprirlo fu un'altra vicina di casa, che ammise anche le responsabilità della propria figlia (rea, a suo dire, di aver mandato l'ultimo infamante messaggio).Non essendo contemplato in nessun codice penale, il caso non porterà ad un processo (anche se la famiglia Drew sarà monitorata da una telecamera installata nella loro casa, ed i genitori della vittima hanno già annunciato che non faranno causa. Si impegneranno, però, a modificare la legge per rendere questi episodi più rari.

ANCHE LE PUPE DIVENTANO BULLE

UN FENOMENO POCO EVIDENTE Questo tipo di bullismo non è mai troppo evidente, per questo è stato paragonato a una forma di mobbing. Infatti, questo atteggiamento crea le condizioni perché la vittima non possa dimostrare nulla di ciò che è accaduto.Se la ragazza offesa trova il coraggio di chiedere spiegazioni, si trova di fronte a clamorose smentite e spesso finisce per essere accusata a sua volta( per esempio di narcisismo o di soffrire di manie di persecuzioni). Così, in preda alla frustrazione, spesso la vittima arriva addirittura a sentirsi in colpa.
SI SCAGLIANO CONTRO LE TIMIDE La vittima della bulla, in genere, è una coetanea, quasi sempre una compagna di classe, incapace di reagire, di ribellarsi o anche solo di denunciare l'accaduto. Ne mirino delle bulle finiscono più spesso le ragazze timide, con un sano rapporto familiare o molto diligenti. La vittima può essre spinta ad annientare la propria autostima, un problema che trascina con sé anche altri disturbi, come quello deò comportamento alimentare e gli attacchi di panico. In altri casi, nella ragazza oppressa scatta un processo di autodenigrazione, accompagnato dalla bramosia di entrare a far parte del gruppo di bulle
NON E' VERO CHE……
Appartengono al ceto basso : molti casi di bullismo hanno come protagoniste ragazze “bene”, con genitori istruiti o con una posizione sociale. Spesso, spesso proprio gli impegni e l'intensa attività lavorativa di mamma e papà, creano lacune nell'educazione.
Hanno vissuto dei traumi: anche se è facile dare la colpa dell'aggressività alla separazione dei genitori o, peggio, alla perdita di uno dei due, le bulle sono per lo più ragazze con una famiglia “normale”, che non hanno vissuto esperienze dolorose tra le pareti domestiche.
Sono figlie uniche: solo in pochissimi casi le bulle sono figlie uniche. Anzi, proprio le bambine che hanno conosciuto la prepotenza di un fratello o di una sorella maggiore cercano poi una rivalsa all'esterno compiendo le stesse azioni che hanno subito.
Hanno un look aggressivo: uno stile sfacciato può corrispondere a un carattere forte e sicuro così come può, invece, celare una profonda insicurezza. Le bulle, però, si nascondono anche dietro un impeccabile look da collegiale.
CONSIGLI PER I GENITORI
Dare il buon esempio: spesso le radici del bullismo affondano nell'educazione ricevuta in famiglia. E' facile, infatti, che un atteggiamento aggressivo si sviluppi dove è mancato affetto in tenera età o se i rapporti in casa sono sempre stati gestiti con aggressività (magari tra fratelli e sorelle). Ha molto peso anche il modo in cui i genitori hanno gestito il potere in casa. L'uso di punizioni fisiche, accompagnato dalla mancanza di dialogo, porta i figli a usare lo stesso metodo per farsi rispettare all'esterno.
Controllare le amicizie: non basta conoscere il carattere della propria figlia, perché anche le compagnie influiscono sul comportamento. All'interno del gruppo c'è un indebolimento del controllo personale e si riduce la responsabilità individuale:cosi, in presenza di ragazze aggressive, lo diventa anche chi di solito non lo è. Per questo motivo è meglio sapere qual è il gruppo che una figlia adolescente frequenta e com'è il suo comportamento a scuola, dove più spesso il bullismo si manifesta.
Non essere troppo permissivi: chi ottiene tutto con troppa facilità e ricatta i genitori se non ha ciò che vuole può impostare su queste basi anche altre relazioni e cercare un'altra “vittima” tra le coetanee per imporle di fare quello che le aggrada.
Non idealizzare la propria figlia: spesso i genitori non vogliono vedere la realtà e, anche di fronte alle segnalazioni degli insegnanti, ritengono che la figlia sia accusata a torto. Anche se la ragazza non manifesta aggressività in altri ambiti o ha ottimi voti a scuola, idealizzare è molto rischioso: meglio prestare subito attenzione ai campanelli d'allarme.
Incanalare la sua aggressività: se una bambina comincia a mostrare atteggiamenti aggressivi, è bene orientarla verso attività che le permettano di sfogarsi rispettando le regole. Gli sport che insegnano la disciplina sono un valido aiuto.
(estratto dell'articolo omonimo, redatto con la consulenza della dott. Rosalia Cipollina, pubblicato sul n.8/2008 della rivista "Viversani & Belli")

RIMEDI CONTRO IL BULLISMO

Ecco che cosa devi fare se qualcuno fà il bullo nei tuoi confronti:
Cerca di farti vedere calmo e tranquillo, senza arrabiarti o aver paura, anche se lo sei.
Cerca di evitare cose che non desideri fare
Non pensare a quello che ti dice, anzi, pensa bene di te
Cerca di capire quando è preferibile andare via, evitando il bullo
Se non puoi evitarlo, di fronte alla sua violenza verbale, usa l'ironia (ti grida "Sei grasso come un maiale". Replica "Ti sbagli, assomiglio più ad una Balena")
Se ti senti un po' solo cerca di farti nuovi amici, con loro sarà diverso
Racconta a qualcuno di cui ti fidi quello che sta succedendo (un insegnante, un amico più grande di te, i tuoi genitori).
Non avere paura di dirgli quello che succede, non è colpa tua! Parlare con chi ti può aiutare è il modo migliore per risolvere la situazione
Non pensare che dicendolo a qualcuno andrai incontro a problemi peggiori, se chiedi aiuto allora non sei più da solo e potete pensare insieme a come risolvere questo problema
Spiega chiaramente che la situazione ti crea dei problemi e che per te è importante che venga fatto qualcosa.
Continua a parlare di quello che accade finché non otterrai qualche cambiamento.
Non accettare che qualcuno sia aggressivo con te! Non è facile fermarlo ma neanche impossibile.

TEST SUL BULLISMO

TEST SUL BULLISMO
Di seguito c'è un test per scoprire se sei "vittima" di un "bullo". Rispondi V se è vero ed F se è falso.
1 Si diverte a tormentarti ? V F
2 Gli piace prenderti in giro o deriderti i? V F
3 Considera divertente vederti sbagliare o farti male ? V F
4 Sottrae o danneggia oggetti che ti appartenengono ? V F
5 Si arrabbia spesso con te ? V F
6 Ti accusa per le cose che gli vanno male ? V F
7 E' vendicativo nei tuoi confronti se gli ha fatto qualcosa di spiacevole? V F
8 Quando gioca o fa una partita con te vuole essere sempre il vincitore? V F
9 Ricorre a minacce o ricatti per ottenere quello che vuole ? V F
Se hai risposto Vero ad almeno 3 delle domande è molto probabile che tu sia vittima di un bullo, e le indicazioni seguenti potranno esserti utili.

IL BULLISMO

"Uno studente è oggetto di azioni di bullismo, ovvero è prevaricato o vittimizzato, quando viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o di più compagni." OLWEUS

La definizione che dà del bullismo Olweus, uno dei massimi studiosi di questo fenomeno, unitamente alla descrizione del bullo Franti nel libro Cuore sono indicativi di tale problematica e di come sia antica. Dalla definizione di Olweus si possono trarre le seguenti caratteristiche presenti in un comportamento di bullismo:
Azioni individuali o collettive di tipo:
* fisico: prendere a pugni o calci, prendere o maltrattare gli oggetti personali della vittima;
* verbale: insultare, deridere, offendere;
* indirette: fare pettegolezzi, isolare dal gruppo.
Dura nel tempo (settimane o mesi)
La vittima è impossibilitata à difendersi
Come abbiamo visto da queste caratteristiche il bullismo può essere attuato da un singolo individuo o da un gruppo e la vittima può essere, a sua volta, un singolo individuo o un gruppo. Si può distinguere una forma di bullismo diretto, che si manifesta in attacchi relativamente aperti nei confronti della vittima, e di bullismo indiretto, caratterizzato da una forma di isolamento sociale ed in una intenzionale esclusione dal gruppo. Per quanto riguarda la manifestazione degli atti di bullismo si può affermare che la scuola è senza dubbio il luogo in cui questi si manifestano con maggiore frequenza, soprattutto durante i momenti di ricreazione, e nell' uscita da scuola. Proprio a causa di ciò, le vittime dei bulli spesso rifiutono di andare a scuola. Rimproverati e rimproverandosi continuamente di "attirare" le prepotenze dei loro compagni, perdono sicurezza e autostima. Questo disagio può influire sulla loro concentrazione e sul loro apprendimento. Spesso ragazzi con sintomi da stress, mal di stomaco e mal di testa, incubi o attacchi d'ansia, o che marinano la scuola o, peggio ancora, hanno il timore di lasciare la sicurezza della propria casa, sono le vittime prescelte dal bullo. Le conseguenze di tale situazione sono spesso gravi e possono provocare strascichi anche in età di molto successive a quelle del sopruso stesso.Generalmente le vittime sono più deboli fisicamente della media dei ragazzi. Anche l'aspetto fisico (ad esempio l'obesità) può giocare un ruolo nella designazione della vittima, anche se non è determinante.
La vittima
Le vittime sono, per lo più, soggetti sensibili e calmi, anche se al contempo sono ansiosi ed insicuri. Se attaccati, reagiscono chiudendosi in se stessi o, se si tratta di bambini piccoli, piangendo. Talvolta soffrono anche di scarsa autostima ed hanno un'opinione negativa di sé e della propria situazione. Le vittime sono caratterizzate da un modello reattivo ansioso o sottomesso, associato, soprattutto se maschi, ad una debolezza fisica, modello che viene rinforzato negativamente dalle conseguenze dei comportamenti sopraffattori. Tali conseguenze sono sempre a svantaggio della vittima perché non possiede le abilità per affrontare la situazione o, se le possiede, le padroneggia in maniera inefficace. Solitamente le vittime vivono a scuola una condizione di solitudine, di isolamento e di abbandono. Manifestano particolari preoccupazioni riguardo al proprio corpo: hanno paura di farsi male, sono incapaci nelle attività di gioco o sportive, sono abitualmente non aggressivi e non prendono in giro i compagni, ma hanno difficoltà ad affermare se stessi nel gruppo dei coetanei. Il rendimento scolastico è di vario tipo e tende a peggiorare nella scuola media. Queste caratteristiche sono tipiche delle vittime definite passive o sottomesse, che segnalano agli altri l'insicurezza, l'incapacità, l'impossibilità o difficoltà di reagire di fronte agli insulti ricevuti; così le ripetute aggressioni non fanno altro che peggiorare questo quadro di incertezza sulle proprie capacità.
Il bullo
La caratteristica più evidente del comportamento da bullo è chiaramente quella dell'aggressività rivolta verso i compagni, ma molto spesso anche verso i genitori e gli insegnanti. I bulli hanno un forte bisogno di dominare gli altri e si dimostrano spesso impulsivi. Vantano spesso la loro superiorità, vera o presunta, si arrabbiano facilmente e presentano una bassa tolleranza alla frustrazione. Manifestano grosse difficoltà nel rispettare le regole e nel tollerare le contrarietà e i ritardi. Tentano a volte di trarre vantaggio anche utilizzando l'inganno. Si dimostrano molto abili nelle attività sportive e di gioco e sanno trarsi d'impaccio anche nelle situazioni difficili. Al contrario di ciò che generalmente si pensa, non presentano ansia o insicurezze. Sono caratterizzati quindi da un modello reattivo-aggressivo associato, se maschi, alla forza fisica che, suscitando popolarità, tende ad auto-rinforzarsi negativamente raggiungendo i propri obiettivi. I bulli hanno generalmente un atteggiamento positivo verso l'utilizzo di mezzi violenti per ottenere i propri scopi e mostrano una buona considerazione di se stessi. Il rendimento scolastico è vario ma tende ad abbassarsi con l'aumentare dell'età e, parallelamente a questa, si manifesta un atteggiamento negativo verso la scuola. L'atteggiamento aggressivo prevaricatore di questi giovani sembra essere correlato con una maggiore possibilità, nelle età successive, ad essere coinvolti in altri comportamenti problematici, quali la criminalità o l'abuso da alcool o da sostanze. All'interno del gruppo vi possono essere i cosiddetti bulli passivi, ovvero i seguaci o sobillatori che non partecipano attivamente agli episodi di bullismo. È frequente che questi ragazzi provengano da condizioni familiari educativamente inadeguate, il che potrebbe provocare un certo grado di ostilità verso l'ambiente. Questo fatto spiegherebbe in parte la soddisfazione di vedere soffrire i loro compagni. Questo tipo di atteggiamento è rinforzato spesso da un accresciuto prestigio.
La vittima provocatrice
Esiste un' "incrocio" tra vittima e bullo: le vittime provocatrici, caratterizzate da una combinazione di modalità di reazione ansiose e aggressive. Possono essere iperattivi, inquieti e offensivi. Tendono a controbattere e possono essere sgraditi anche agli adulti. Hanno la tendenza a prevaricare i compagni più deboli. Non è raro che il loro comportamento provochi reazioni negative da parte di molti compagni o di tutta la classe. Questo tipo di vittima è meno frequente rispetto alle precedenti e le vittime del primo tipo risultato maggiormente esposte a rischio di depressione. Le vittime presentano sin dall'infanzia un atteggiamento prudente e una forte sensibilità.
Condizioni che favoriscono il fenomeno
Vari studi hanno evidenziato alcuni fattori che sembrano essere alla base del comportamento aggressivo. Sicuramente un ruolo importante è da attribuire al temperamento del bambino. Un atteggiamento negativo di fondo, caratterizzato da mancanza di calore e di coinvolgimento, da parte delle persone che si prendono cura del bambino in tenera età, è un ulteriore fattore importante nello sviluppo di modalità aggressive nella relazione con gli altri. Anche l'eccessiva permissività e tolleranza verso l'aggressività manifestata verso i coetanei e i fratelli crea le condizioni per lo sviluppo di una modalità aggressiva stabile. Un ruolo importante è ricoperto anche dal modello genitoriale nel gestire il potere. L'uso eccessivo di punizioni fisiche porta il bambino ad utilizzarle come strumento per far rispettare le proprie regole. E' importante che siano espresse le regole da rispettare e da seguire ma non è educativo ricorrere soltanto alla punizione fisica. Queste non sono sicuramente le uniche cause del fenomeno, anzi, si può dire che esso è inserito in un reticolo di fattori concatenati tra loro. È, comunque, certo che le condotte inadeguate si verifichino, con maggior probabilità quando i genitori non sono a conoscenza di ciò che fanno i figli o quando non hanno saputo fornire adeguatamente i limiti oltre i quali certi comportamenti non sono consentiti. Gli stili educativi rappresentano infatti un fattore cruciale per lo sviluppo o meno delle condotte inadeguate. È interessante sottolineare come il grado di istruzione dei genitori, il livello socio-economico non sembrano essere correlate con le condotte aggressive dei figli. A livello sociale si è visto come anche i fattori di gruppo favoriscano questi episodi. All'interno del gruppo c'è un indebolimento del controllo e dell'inibizione delle condotte negative e si sviluppa una riduzione della responsabilità individuale. Questi fattori fanno sì che in presenza di ragazzi aggressivi anche coloro che generalmente non lo sono lo possano diventare. Per evitare che un bambino ansioso e insicuro diventi una vittima è importante che i genitori lo aiutino a trovare una migliore autostima, una maggiore autonomia e gli forniscano degli strumenti adeguati per affermarsi nel gruppo dei coetanei.
La prevenzione del bullismo
Risulta poco utile agire sul disturbo e sulla psicopatologia ormai conclamata. La specificità di un intervento preventivo è quindi rivolto a tutti gli alunni e non direttamente ai "bulli" e alle loro vittime, perché, al fine di un cambiamento stabile e duraturo, risulta maggiormente efficace agire sulla comunità degli spettatori. È importante sottolineare questo punto perché, come indicato in letteratura, è inefficace l'intervento psicologico individuale sul "bullo". Infatti il "bullo" non è motivato al cambiamento in quanto le sue azioni non sono percepite da lui come un problema, e queste sono un problema soltanto per la vittima, gli insegnanti e il contesto. L'intervento diretto sulla vittima, pur efficace a fini individuali, non lo è per quanto riguarda la riduzione del fenomeno del "bullismo". Quella vittima cesserà di essere tale e il bullo ne cercherà presto un'altra nel medesimo contesto. Quindi, la prevenzione deve interessare gli alunni, gli insegnanti e i genitori. Questi possono farsi carico dei problemi attivando una programmazione contro le prepotenze e promuovendo interventi tesi a costruire una cultura del rispetto e della solidarietà tra gli alunni e tra alunni ed insegnanti. Si è evidenziato che l'intervento con bambini e ragazzi, deve essere preventivo rispetto a segnali più o meno sommersi del disagio e rispetto alle fisiologiche crisi evolutive. Per questi motivi è necessario attuare un programma di intervento pluriennale di carattere preventivo e diretto al gruppo classe/scuola. Questo intervento rappresenta un'occasione di crescita per il gruppo classe stesso che, attraverso un maggiore dialogo ed una maggiore consapevolezza di pensieri, emozioni ed azioni, diventerà risorsa e sostegno per ciascun membro della classe. È inutile sottolineare che per rendere efficace e duraturo questo tipo di prevenzione, è necessario che gli insegnanti, gli educatori e le famiglie collaborino, come modelli e come soggetti promotori di modalità adeguate di interazione, affinché l'esempio possa essere acquisito e diventare uno stile di vita per i ragazzi. Il compito degli insegnanti è quindi quello di intervenire precocemente finché permangono le condizioni per modificare gli atteggiamenti inadeguati. Per migliorare la collaborazione con le famiglie è importante che si spieghi anche ai genitori che i loro figli possono assumere diversi atteggiamenti a seconda degli ambienti in cui si trovano. Questo è utile per prevenire la sorpresa delle famiglie nello scoprire modalità di comportamento differenti a casa e a scuola.
BULLISMO FEMMINILE
Un accenno vorrei farlo riguardo al "bullismo femminile". Esso viene poco considerato perchè molto meno vistoso rispetto a quello maschile, ma a causa di ciò più subdolo. Esso si manifesta meno "fisicamente" e di più "verbalmente" ed "indirettamente". Di solito la "bulla" s'atteggia ad "ape regina" e si circonda di altre api isolando che non le è gradita. Inoltre mette in atto nei confronti dell' "esclusa" un vero e proprio comportamento persecutorio fatto di pettegolezzi e falsità infondate. Per la vittima diventa difficile chiedere aiuto, perchè il comportamento bullistico e poco evidente e si tende ad attribuire l'isolamento della vittima ad una sua eventuale timidezza. Si può facilmente immaginare quali possano essere gli esiti per la propria autostima, esiti che possono anche comportare quei disturbi del comportamento alimentare tanto frequenti fra le ragazze.